Da qualche parte nel cuore dell’Italia, c’è un villaggio da cartolina arroccato sulla cima di una montagna: si chiama Monteprandone. Come la maggior parte dei borghi italiani, Monteprandone è un groviglio di case antiche, dove il gelsomino sboccia da ogni fessura e le strade acciottolate si avvolgono come gatti addormentati.
Qui vive una bambina di nome Elena, che custodisce un segreto ancestrale antico quanto le montagne.

Come i suoi avi – e molto prima di saper leggere o allacciarsi le scarpe – Elena scoprì di poter parlare con gli animali. E, ancor più meravigliosamente, loro potevano parlare con lei.

Gli uccellini cinguettavano notizie dai tetti, i gatti sussurravano pettegolezzi del villaggio e persino i ricci brontolavano per i sentieri di pietra troppo freddi.
Ma Elena non era l’unica a possedere questo dono. Parenti lontani – come il fornaio coperto di farina, il postino allegro e la vecchia signora dei gatti, la Signora Bella – condividevano questa magia silenziosa.

A Monteprandone, però, tali meraviglie erano avvolte dal silenzio. Il villaggio sapeva che alcune verità è meglio custodirle in segreto – come il pane caldo all’alba o le fusa leggere di una promessa.

"Elena di Monteprandone e le Avventure con i suoi Selvaticelli" segue Elena, una bambina gentile e curiosa, con gli stivali infangati e il cuore pieno di meraviglia, insieme ai suoi compagni, i “Selvaticelli”: un gruppo di animali e uccelli parlanti che condividono con lei amicizia e spirito d’avventura.

Ogni racconto è una storia di compassione, coraggio e connessione, che ci mostra quanto possa essere trasformativo anche il più piccolo gesto di gentilezza.